giovedì 4 luglio 2013

Lettera aperta aperta a Nadia Somma

Gentile Nadia Somma, 

Ho letto con molta attenzione il suo articolo e mi permetto di condividere con lei alcuni pensieri su un tema molto importante.

Sono un uomo, marito, padre e il femminicidio mi spaventa tantissimo.

Mi spaventano e disgustano articoli, affermazioni che trapelano modi di pensare misogeni/perversi e che subdolamente insinuano che la vittima sia in qualche modo provocatrice.

Al tempo stesso ritengo che non sia la libertà di abbigliamento l'indice con cui stabilire la equità (e non uguaglianza) tra i sessi. 

Penso che la costruzione di una società migliore passi anche attraverso l'educazione alla consapevolezza del proprio valore di uomo/donna, presupposto indispensabile per il riconoscimento di quello altrui. E che questo riconoscimento porti al presentarsi all'altro non in maniera esclusivamente seduttiva, e perché no rivalutando il pudore che altro non é che uno strumento per custodirsi e valorizzarsi.

Mi rendo conto della difficoltá di affrontare con completezza un simile tema, e spero che lei capisca anche il limite ello stumento dei "Commenti" e giustifichi eventuali mie mancanze.

mi permetto di suggerile un video che mi ha colpito molto

Con l'auspicio di potersi confrontare con lei 
Cordiali saluti
Alessandro Marin

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